Letteratura

Il Verdetto (recensione)

Il verdetto” il cui titolo originale è “The Children Act” tratto dal romanzo di Ian McEwan “La ballata di Adam Henry”, è un racconto di straordinaria bellezza e di rara eleganza.
L’anima del film è Emma Thompson, una bomba atomica nella roccaforte delle sue sicurezze.
Elegante, affascinante, forte, sicura di se, é ”un vostro onore”
che mai si concede al sentimento soprattutto col marito.

Inutile i suoi richiami e le sue provocazioni persino con un breve ed inconsistente tradimento.
Non c’è tempo per andare a dormire insieme a lui, né di giocare a tennis, né per andare fuori a cena o frequentare amici.
Il giudice Fiona Maye ( Emma Thompson ) deve deliberare sul drammatico caso di un ragazzo malato proprio nel momento in cui il suo matrimonio entra in crisi.
Lei, la bravissima e affascinante giudice dell’Alta Corte britannica. Lui, Adam, un diciassettenne testimone di Geova, affetto da leucemia, deciso a rifiutare la trasfusione in accordo con i genitori e la sua religione.
La scelta che si impone a Fiona è tra lasciarlo morire o obbligarlo a vivere, un caso che irrompe nella quotidianità della sua incrollabile fede tutta laica della giustizia e dell’agire umano, degno di una particolare attenzione, per cui prende un ‘insolita decisione, va ad incontrarlo in ospedale per convincerlo a fare la trasfusione.
Un incontro cruciale perché capovolgerà il corso delle cose e condurrà l’inossidabile Fiona, dove nemmeno lei si aspettava perché il suo cuore ha preso il posto della ragione rivelandole emozioni assopite da tempo, attraverso uno smarrimento violento e improvviso.

Esattamente quello che si coglie quando accade un innamoramento improvviso.
Fiona é costretta a confrontarsi bruscamente con se stessa perché si trova improvvisamente di fronte ad una richiesta urgente del senso di quello che le sta accadendo e sente che si rompe il suo delicato potente equilibrio.
Adam, ha rivelato fin da subito, com’ è nella pulsione adolescenziale, questo spiazzamento esistenziale, la pedina, le scrive poesie, vuole aggrapparsi a quella sicurezza che i suoi genitori non gli danno.
Fiona Maye invece, deve confrontarsi con i suoi condizionamenti, con la sua etichetta, con il suo ruolo di giudice, con la fragilità del suo matrimonio, con la sua realtà.
All’inizio risolve tutto con misura e con distacco nel cercare di trovare la legge giusta per l’interesse dell’ adolescente, in realtà viene travolta da quello che è chiamata a giudicare e perde il filo. E’ un momento nel corso della sua vita fortunata, ordinata e programmata in cui viene distratta da un filo magnetico invisibile che finisce per tirare scoprendo i suoi nervi, mettendola di fronte alle sue lacune, così è costretta a guardarsi dentro e scopre che c è un altra donna nel suo profondo davanti cui si era tappata gli occhi.

Si scopre fragile, delicata, insicura e tenera.
“Guarda guarda, uno stolker!”
Gli dice in uno dei suoi pedinamenti
“Bastava che tu mettessi un timbro se volevi salvarmi la vita, perchè sei venuta in ospedale a trovarmi?
Perchè hai cantato quella canzone?
Perchè mi hai fatto suonare la chitarra?
Perchè mi hai parlato di poesia?”
Lei non si rende conto che ha gettato le fondamenta su un terreno che dimostra tutta la fragilità degli adolescenti di oggi e delle loro relazioni.

Una storia davvero insolita, uno squarcio nell’asfalto delle ripide strade di tutti, educati come si è a temere i desideri più profondi.
Il ragazzo ha bisogno di una trasfusione di sangue e lei di una trasfusione affettiva perché il suo matrimonio si sta raffreddando. Si potrebbe anche dire che tra i due ci sia un rapporto madre-figlio?
Lui cerca una madre forte? Lei cerca quel figlio che non ha mai avuto?
Sarebbe riduttivo, la loro relazione è molto più complessa.
Fiona apre gli occhi ad Adam e gli mostra quell’universo di possibilità, di arte, musica e amore, dal quale i suoi genitori hanno sempre cercato di schermarlo, pur volendogli bene.
Adam la colpisce con le sue attenzioni poetiche, le risveglia quella brama di vivere che ha smarrito lungo la strada, quell’energia fresca e prorompente della quale era affamata senza nemmeno rendersene conto, e che è scomparsa col logorio del suo matrimonio.
Non è un caso che la rigida giudice Fiona Maye che non ha mai tempo per il marito, il tempo per suonare il pianoforte e fare le prove per i concerti lo trova sempre.
Si coglie un ombra di vampirismo etico, lei riscalderà con questa esperienza il suo matrimonio, lui in piena crisi adolescenziale si consegnerà al freddo della morte in un ‘atmosfera di paralizzato torpore emotivo, dimentica della fascinazione dell’amore.
Il sentimento che prova il ragazzo con la sua purezza e bellezza cristallina diventa l’unica entità di cui non dubitare, un’ attrazione incondizionata ma prigioniera di complicazioni etiche refrattarie all’avventura eccezionale e misteriosa dell’amore.
“Mi invitò a prendere la vita così come veniva, come l’erba cresce sugli argini”.
Versi di una poesia di William Butler Yeats che il rigido giudice Fiona Mayer si trova a cantare insieme a un adolescente terminale.

Così inizia la loro storia.
Quale altro sentimento è in grado di aiutare l’essere umano a sciogliersi in uno stato d’animo così armonioso?
Ad aprire limiti e censure per lasciare spazio alla bellezza?
Non c’era più bellezza nel suo matrimonio e come antiage è incappata in un adolescente indifeso riaccendendo il fuoco.
Il narratore ci interroga sui ruoli delle relazioni e della giustizia in una Inghilterra sempre moderata in gesti e dinamiche e forse ce lo vuole far suonare come un gesto rivoluzionario ma ci fa anche pensare a come il cuore può aprirsi inaspettatamente con chi non avresti mai immaginato in qualsiasi forma di affetto e se urge una manifestazione forte scappa anche un bacio sulla bocca fra un ragazzino e una persona che potrebbe essere la sua nonna.
Di tutta questa vicenda non ne farà le spese il marito trascurato, al contrario
“Io non mollo”
Le dice una sera prima di accompagnarla a fare un concerto, mentre le infila il cappotto, e ancora:
“Sei uno splendore”.
La fragilità e la vulnerabilità degli adolescenti è sempre quella in tutti i tempi ma oggi oltre ad avere a che fare col il loro problema esistenziale devono confrontarsi con la fragilità e la vulnerabilità degli adulti attorno ancora più deboli di loro.
“Voglio venire a vivere con te e tuo marito, mi renderò utile”
Adam ritrovandosi vivo avrebbe voluto vivere quella vita che Fiona gli aveva fatto intravedere ma Fiona lo ha rifiutato e ha preferito la morte alla fragilità dei suoi genitori.