presentazione di Marina Paola Sanbusseti
Letras de Tango di Ivana Brigliadori è un’opera che colpisce, stupisce, commuove e scandalizza, che si legge come fosse un racconto e si ascolta come fosse musica, poesia, canzone: tutto questo ?insieme? ? dato dagli umori e dalle suggestioni di un?ispirazione (viene da pensare) trascinante, inebriante come il vino che scorre in queste pagine e che finisce per ubriacare perfino il lettore. Vale la pena leggerli ad alta voce questi versi, piu’ di una volta, per cogliere il ritmo che li sottende (le rime, il tempo sincopato che li accomuna con il tango, le interruzioni brusche, le discese e le risalite), per partecipare al volo che prendono le parole quando tutto intorno gira per il vino forte o le emozioni che non si trattengono pi?, per la rabbia o la delusione, per la nostalgia e la voglia di viverla la vita cosi’ come’: bella e brutale. Tuttavia, la morte aleggia sull esistenza di questi personaggi (eroi maldestri e sciagurati, vecchi ubriaconi o bimbi sfortunati, viandanti illusi o innamorati), l aldila’ e’ difatti sempre in agguato nella versificazione di Ivana Brigliadori, a sottolineare la vera miseria umana, ossia il fatto che la vita sia destinata (per tutti, proprio per tutti) immancabilmente a finire, e in tal senso, la sua poesia, sfiora il tempo della tragedia. Il tango, in tutto questo, e’ protagonista indiscusso, metafora del volo (del sogno), e talvolta perfino della salvezza per chi ha ancora la forza di immaginare come sarebbe bello il mondo se tutti potessero
ballare:
[…]
Stasera e’ il suo compleanno.
Per questo ho la cravatta pulita
e con tutte le monetine
che ho racimolato nei miei piattini
le regalo il debutto
prima che scompaia del tutto:
scarpe con un bel tacco
una gonna con un bello spacco
i piu’ bravi ballerini di tango
e tanto vino per tutti.
Quando la vedro’ ballare
credo che diventer? matto!
(Il debutto)
La ballerina di questi versi e’ l appuntamento quasi certo di un uomo stanco e solo (Ed proprio nel momento in cui / mi sembra di crepare / e di non farcela piu’ / come d incanto / arriva la mia amica d infanzia Liu / Non e’ mai sicuro se viene ogni sera……
‘Il debutto’
che di un parco, immaginiamo, ha fatto la sua casa (Nello stesso istante in cui il sole va via / questo enorme parco / mi
sembra il firmamento / ed io mi sento come una mosca / in inverno in agonia / sbattuta qua e la’ dal vento!
‘Il debutto’
e che nel tango intravede il suo riscatto, finalmente un ‘Vento / che solleva le foglie morte’
(La Ballerina).
Se il tango e’ la vita in questa silloge (intesa come sogno, audacia, desiderio e follia) la morte viceversa, e’ in tutto cio’ che, inanimato e presuntuoso, persevera nell abbaglio di credersi migliore:
[…]
Andiamo via
da queste facce smunte
opache
cadaveriche
spente.
La noia e’ talmente diffusa
da tutta questa gente
in tutto l ambiente
che lo rende ancora piu insignificante.
Non vedi?
Sono morte anche le piante.
[…]
(L amore ritrovato)
Questi pochi versi, tratti da L amore ritrovato, sono solo un breve istante di quello che in realta’ e’ un vero e proprio racconto poetico, una pièce che meriterebbe un posto a teatro per essere colta pienamente nel suo frenetico susseguirsi di parole inondanti, amalgamate fra loro da un misto di amore e rabbia che e’ assai difficile spiegare, ma che si sente pulsare in ogni passo dell ‘Io’ lirico, in ogni dissacrante battuta. La scena madre di questo componimento è nell incontro, sfortunato, fra una donna sciupata dal tempo (‘In uno specchio di fronte / mi rivedo dopo tanto tempo. / Cerco di avere un contegno. / Mi do un po’ di tono. / … Forse sono un po’ age’ / Soigne’ / Macche’! / Sono come un vecchio piumino / sono grossa come un lottatore di sumo’, L amore ritrovato) e il suo vecchio innamorato in compagnia della sua nuova fiamma: una donna impettita come un manichino, troppo sicura di se’, arrogante (‘La sua presenza e’ cosi’ imponente / superba e arrogante’, L amore ritrovato). Questa sorta di prototipo della superficialita’ mondana e rampante, è un vero e proprio insulto sia alla fantasia,sia alla realta’, ed è per questo che il lettore non puo’ che immedesimarsi ne ‘la vecchia ubriacona’ (‘Mi guarda con aria di sufficienza / è proprio una stronza / ti dice in falsetto: / ‘Amore! / Guarda quella vecchia sbronza!/ E senti che odore!? / Ma tu / non l ascolti neanche / le metti le mani sui fianchi / e le sussurri ancora parole parole… / Sento una enorme fitta al cuore’
L amore ritrovato
che da vera eroina smonta il manichino con versi taglienti, con l ironia e il sarcasmo di chi dalla vita ha avuto certo (quantomeno) il dono dell immaginazione louis vuitton replica handbags.
Questo e molto altro è la poesia di Ivana Brigliadori, autrice che ha dunque il talento di riconoscere la bellezza ben oltre l apparenza, e l ironia per farsi beffa perfino della morte:
[…]
‘Ma io ho paura della morte!’
Tu prima guardi la sveglia
poi la mia caviglia:
‘Che gattamorta!
Che malaccorta!
Sei più di qua che di là
e non ti sei neppure accorta!
Vedrai
che quando sarai completamente qua
non ci penserai pi?!’
‘Allora
viva la morte e viva il cimitero!’
[…]
(Don Ciro)
Prefazione di Marina Paola Sanbusseti